Roberto Marino, Psichiatra e Psicoterapeuta – Recensione del film del 2004 L’uomo senza sonno
Uccidere un essere umano è un avvenimento traumatico? Lo è solo se insorge un post traumatic stress disorder con annessa sindrome di ripetizione?
Non sappiamo se riflessioni su possibili effetti di traumatismi hanno ispirato Brad Anderson nella realizzazione di The machinist, in italiano L”uomo senza sonno. Tuttavia la visione del film può far risuonare in noi alcune considerazioni sulla psicopatologia delle sindromi psicotraumatiche.
Pur se un film non può essere preso a riprova di una teoria psicopatologica, la trama dell”uomo senza sonno evidenzia il ruolo che meccanismi quali la rimozione e il senso di colpa possono avere dopo un evento traumatico. Il senso di colpa si intreccia qui con la tematica del doppio; lo stesso sceneggiatore, Scott Kosar, afferma di essere stato influenzato dal racconto “il doppio” di Dostoiesvky. Il doppio: un fantasma con il quale il protagonista deve venire a patti attraverso il superamento della rimozione di un avvenimento traumatico. Un doppio che, non avendo libertà di azione attraverso i sogni, si personifica nella vita di tutti i giorni rendendo onirica l”atmosfera quotidiana, intrecciando così realtà esterne condivise e realtà interne più soggettive .
Anche il cambiamento di personalità escluso dalla diagnosi di Post traumatic Stress Disorder nel DSM IV, mentre rimane fondamentale nel concetto di nevrosi traumatica, acquista qui una sua coerenza e un suo specifico significato. La vita del protagonista trova nuove acquisizioni di senso esclusivamente ricollegandosi direttamente a ciò che lo ha sconvolto. A differenza delle sindromi depressive, in quelle psicotraumatiche non si assiste a una perdita di senso tout court, bensì ad un cambiamento della struttura interna dellindividuo, che diviene in grado di attingere il senso della vita da nuove e sconvolgenti situazioni ed esperienze.
In questo caso l”accettare la propria colpa permetterà di trasformare il cattivo nel buono e di reintroiettare le proprie parti scisse attraverso l”espiazione delle proprie pene.